Mattia De Marchi

Mattia si dedica principalmente a due attività: pedalare e distruggere cose. E basta? Lasciamo al lettore la risposta a questa domanda.

Certo è che il ragazzo lo scorso anno ha percorso poco meno di 40.000 km con 460.000 m D+, equivalenti a 1300 ore pedalate, 1000 pizze o 200 kg di pasta bruciati e sì, a noi questo basta!

E ci avanza anche, a dirla tutta. Mattia ha davvero il ciclismo nel sangue e sa trasmettere la sua passione a tutti quelli che lo incrociano e hanno la fortuna – o le gambe – di pedalare qualche chilometro al suo fianco. Uomo visionario, ma anche estremamente operativo e concreto, sa portare avanti i suoi ambiziosi progetti facendosi ben volere da tutti e dimostrando giorno dopo giorno che non c’è niente di più appagante di vivere all’insegna delle proprie passioni.

Seguire Mattia vi porterà davvero lontano, in bici o con la mente, questo starà a voi sceglierlo. Qualche consiglio, nel caso optaste per la prima: non fategli la mezza ruota, partite sempre con un paio di camere d’aria di scorta e non stoppate la traccia sul suo Garmin. In caso contrario scoprirete un lato di lui che sarebbe meglio lasciare in gestione agli automobilisti più distratti.

Mattia in un pericoloso limbo, sospeso tra il mondo delle gare e il bikepacking… ma da qualche parte bisognerà pur incominciare, non è così?

The unconventional enough interview

Da quanto pedali? Cosa ti ha spinto a farlo per la prima volta?
Dopo aver trovato poco interessante il prendere a calci un pallone, all’età di 9 anni ho scoperto il ciclismo e da quel giorno non ho mai smesso di pedalare. Ciò che mi ha spinto a farlo è l’immagine fantastica che i miei cugini più grandi hanno suscitato in me, in occasione del pranzo natalizio del 1999. Sfrecciavano sulle loro biciclettine con caschetti e tutine dei colori più sgargianti, stile power rangers. Ho capito subito che quella era la strada che avrei dovuto intraprendere anch’io.

Come definiresti il tuo approccio alla bici?
A volte ignorante, a volte estremo. Alcune volte estremamente rilassante. Per me ogni occasione o stato d’animo è quello giusto per inforcare la bicicletta e farmi qualche chilometro.

Raccontaci della tua uscita in bici più bella.
Il momento più bello che la bicicletta mi ha fatto vivere è stato durante l’ultima tappa dell’ Atlas Mountain Race 2020. Un local mi ha aiutato a risolvere dei problemi meccanici e poi mi ha invitato a condividere una pagnotta e del tè con lui. É stato un momento estremamente genuino e sebbene noi non fossimo in grado di comunicare verbalmente mi sono sentito molto vicino e grato a quell’uomo.

Raccontaci di quella volta che sulla bici ti sei trovato/a più in difficoltà.
Sempre durante l’Atlas Mountain Race, nelle sperdute montagne marocchine, mi son trovato con mezzo manubrio spezzato e un pollice aperto in due. Non sapevo come avrei potuto direzionare la bici e frenare, per un attimo mi sono sentito perso davvero. Poi però sono riuscito a reagire ed è proprio vero che le difficoltà più grandi spesso portano con sé enormi soddisfazioni.

Qual è l’oggetto che porti con te in ogni uscita e del quale non puoi proprio fare a meno?
Non potrei fare a meno dell’Attack. Si riparano copertoni, si attaccano cose, e cicatrizza pure le ferite.

Completa questa frase: Se esci in bici con me sappi che …
Se stai tirando le cuoia e non ti avevo avvisato prima mi stai facendo la mezza ruota. E si dice che quando mi incazzo rischio di diventare parecchio fastidioso.

Qual è il tuo evento ciclistico dei sogni?
La Silk Road Mountain Race in coppia. Da solo anche no – sotto sotto sono un fifone.

Che piani hai per questa stagione? Ci sono eventi ai quali tieni più degli altri?
I miei piani per la stagione sono molto ambiziosi. Ci saranno dei ritorni e ci saranno delle prime volte. Ma per ora me li tengo nel cassetto.

A che cosa hai detto enough in passato? A cosa pensi che non dirai mai enough?
Ho detto enough al rincorrere il mio sogno d’infanzia e diventare un ciclista professionista. Però non dirò mai Enough alla bicicletta in sé. Oggi più che mai mi sta accompagnando alla scoperta di luoghi nuovi e mi sta facendo crescere come persona.

Le indicazioni da parte di Alba Optics erano semplici: fare una foto con una coperta. Facts: riuscì a ropere sia la moka che la tazza. Mattia De Marchi ai massimi livelli.

Spiega cos’è Enough Cycling a tua nonna

Einstein diceva: “ se non sai spiegarlo a tua nonna, non l’hai capito veramente”. Bè nonna  Enough Cycling è per me come la tua peperonata. Non ha importanza quanta ne fai, non sarà mai abbastanza.

Il tuo sabato sera ideale? E se fosse un weekend?
In un bivacco a bere brulè dopo parecchi chilometri in sella. Per quanto riguarda il weekend direi che l’idea di base possa benissimo essere la stessa. Non mi stancherò mai di trascorrere i miei weekend liberi alla scoperta delle Dolomiti e delle nostre fantastiche Prealpi

Hai a tua disposizione un anno sabbatico! Come lo impiegheresti?
La mia risposta probabilmente vi stupirà, ma credo che accantonerei la bicicletta e andrei in un paese estero per qualche tempo. Principalmente per imparare l’inglese, visto che in materia sono proprio una capra.

Una frase che ti rappresenta.
Tieni sempre un euro in tasca. Più che una frase che mi rappresenta è una specie di motto.

Il tuo ciclista o sportivo preferito.
Il mio preferito, e di gran lunga, è mio cugino Alessandro nel quale vedo una forza di volontà e un’intelligenza fuori dal comune. Ale è il classico esempio con il quale spiegare che non bastano le gambe per essere un professionista e che dietro ad ogni atleta ci sono personalità eccezionali

Se non sei in bici stai…
Se non sono in bici lo sto pensando!