Per alcuni è stato un capodanno decisamente da rivedere – qualcuno ha detto quarantena? – per altri invece questo 2022 non poteva iniziare meglio. Prendiamo Frank e Mattia ad esempio. Dopo qualche giorno a Girona hanno deciso di tornare in bicicletta verso casa per dare il via a una stagione che sarà piuttosto piena di appuntamenti ma che avrà sempre spazio per un viaggetto e una piccola avventura come questa.

Ci siamo fatti raccontare da loro come è andata!

Abbiamo scelto Girona perché ci eravamo stati insieme per The Traka e avevamo una certa voglia di tornare a goderci un po’ di questo posto che tra percorsi di tutti i tipi, clima mite e un’atmosfera decisamente ciclistica ci fa sentire a casa. Quindi eccoci a prenotare i biglietti di sola andata per Girona.

Per quanto la tentazione di non tornare ci sia, dopo qualche giorno insieme a Chiara – per una volta senza macchina fotografica – Alice e Beatrice a pedalare e divertirci in città, si caricano le borse e si riparte verso l’Italia insieme a Nicola, un altro amico che ha deciso di risparmiarsi il volo di ritorno e regalarsi qualche giorno di bici in più.

La traccia la facciamo su komoot, provando a includere un po’ di tutto, tra salite, colline, costa e diverse superfici. È sempre un’incognita, ma è il bello di questi viaggi. Bici cariche e borse piene e si parte!

Let us be mainstream for once

Partiamo belli tranquilli e con il sorriso, ma ancora non sappiamo che giornata ci aspetta!

La tramontana ci fa capire da subito che non sarà una passeggiata, però attraversiamo posti incredibili come il parco naturale di Cap de Creus con le sue piste larghe bianche a picco sul mare.

E a un certo punto, non ci crederete, ma ho visto Frank volare. Al confine con la Francia proviamo il vento più forte della nostra vita. Lo ammetto, ho decisamente avuto paura! Ci ripariamo dietro una costruzione, cerchiamo di fermare qualche auto ma niente. Ci guardiamo in faccia e a vicenda ci chiediamo e che ca**o facciamo?

Alla fine a cavalcioni sulle bici, pensando da un momento all’altro di volare via riusciamo a scendere e proseguire.

Le Bacares è la fine prima tappa, chiusa con pizza, patatine e notte in un hotel chiuso, che il proprietario ci apre probabilmente perché gli facciamo pietà. Si va a letto con il vento che batte sulle finestre. La speranza che cali e la consapevolezza che invece non succederà.

LE BACARES –  SAINT REMY DE PROVANCE 270 km 800 D+ | Day 2

Capiamo subito usciti dall’albergo e entrati in traccia che sarà una bella giornata…di m*rda.

Sembra di avere una turbina puntata in faccia, dice Frank, ma c’è poco da fare: ci son 270 km e un alloggio già prenotato dove arrivare.

La Francia ci offre chilometri e chilometri di piste ciclabili, sterrate e asfaltate. Seguiamo tutta la costa, tra mare e piccole lagune piene di fenicotteri, con una buona pausa per un panino da mezzo chilo dopo cui entriamo in un universo parallelo in cui non c’è traccia di civiltà: fino al calare del sole è solo vento in faccia.

Alle 19.30 si arriva e risolti i soliti problemi di ristoranti chiusi, troviamo l’ennesima pizzeria da asporto per una cena romantica in camera da letto. E un altro giorno è andato!

SAINT REMY DE PROVANCE – LA BASTIDE 210 km 3400 D+ | DAY 3

Partenza croccante con il Garmin segna -6 gradi, ma l’alba davanti a noi ci fa dimenticare i piedi e le mani fredde. La Provenza è proprio bella, ma non ha nemmeno un metro di pianura. Ancora non lo sappiamo ma questo sarà il giorno probabilmente piu bello: fuori dal mondo, pace, il paesaggio che cambia rapidamento, un pranzo al sacco in un piccolo borgo con vista. Cosa si può volere di piu?

La neve. Ecco cosa manca. Infatti inziamo a salire nella zona del Verdon, un altopiano sempre in quota, dove non si trovano molti paesi, dove la natura la fa da padrone. Sembra quasi che anche Frank apprezzi la salita.

Non molto da dire su questa giornata. Semplicemente bella e magari un po’ la vogliamo tenere per noi. Tranne l’arrivo, perché oggi c’è anche un supermercato. E dopo 10 ore di bici non c’è niente di meglio di ammazzarsi di cibo spazzatura.

Svuotato il Supermercato ci accoglie a casa un ragazzo di origine argentina che ci racconta che dopo aver vissuto a Nizza ne aveva abbastanza del casino e si è trasferito qui. Ci prepara anche la cena, mentre noi stiamo davanti al camino. Serve altro?

LA BASTIDE – FINALE LIGURE 225 KM 2800 D+ | DAY 4

Pedaliamo le prime ore ancora in mezzo alla neve su strade deserte e si arriva a Col de Vence, uno dei colli piu battuti dalla Parigi-Nizza e dove molti professionisti si allenano tutto l’anno e infatti ne incrociamo parecchi. La discesa dritta sul mare da un’energia difficile da descrivere!

Passiamo Nizza e poi Monaco con tutta la sua ricchezza. Dopo giorni nel nulla è bello attraversare anche questi posti. In poche ore si passa attraverso modi di vivere completamente opposti.

Si attraversa il confine e torniamo in Italia: casa, pasta, dolci, caffe. Principalmente cibo, insomma.

A Sanremo ci chiediamo perché non ripercorrere il finale della Milano Sanremo al contrario. Poggio e Cipressa con i racconti di Frank, che non lo dice mai ma suo zio è un certo Paolo Bettini. Con i suoi aneddoti sembra quasi di rivivere la corsa in diretta.

 

FINALE-GENOVA 70 KM 500 D+ | DAY 5

Fin dall’inizio avevamo deciso di fermarci a Genova per allungare il percorso in Francia e renderlo interessante e non banale.

L’ultima tappa ci permette di ricordare quante cose abbiamo passato e vissuto in questi giorni. Ogni volta anche un piccolo viaggio come questo ti lascia qualcosa, molto spesso impossibile da descrivere a parole. Quel che è sicuro è che è abbastanza per essere felici.