
Federico Bassis
Il mezzo e mezzo è un aperitivo tipico di Bassano del Grappa che con il suo gusto e la sua apparente leggerezza ha il potere di portare il tasso alcolemico dei suoi degustatori pericolosamente in alto senza che questi se ne accorgano.
A non essere mai andati in bici con Fede suonerebbe strano accostare lui, uno dei componenti del team che fa base più lontano da Bassano, a questo aperitivo. E invece proprio come con il mezzo e mezzo, in un’uscita con lui vi troverete a ritmi improbabili mentre lui, chiacchierando, vi fa una mezza-ruota che prima vi farà uscire di testa e poi vi farà guardare soddisfatti i numeri della vostra pedalata.
La verità è che un mezzo alla volta, vi accorgerete del valore di questo personaggio dal vago accento bergamasco. Mezzo ciclista, mezzo meccanico, mezzo tracciatore, mezzo (inserire qui qualunque lavoro, occupazione o attività vi venga in mente). Insomma ci siamo capiti: Federico Bassis vale ben più di uno quando facciamo la conta dei componenti di enough.

Si crede che quel giorno Fede inventò l’ebike.
The unconventional enough interview
Da quanto pedali? Cosa ti ha spinto a farlo per la prima volta?
Pedalo da quando un pomeriggio del luglio ’98 dopo una tappa del Tour de France, vista con mio nonno, uscii nel giardino di casa mia per salire in bicicletta. La spinta venne da dentro, nel tentativo di emulare quelli che erano degli eroi visti in tv.
Come definiresti il tuo approccio alla bici?
Totalizzante! Adoro la bicicletta in tutte le sue declinazioni. Mi piace come strumento per allenarsi e superare i propri limiti. Mi affascina come oggetto meccanico. Ma anche e forse soprattutto, la vivo come il miglior mezzo di trasporto, di evasione e di viaggio.
Poi il ciclismo è aggregazione, perché in sella, nelle difficoltà e allo stesso tempo nella felicità che si prova, nascono dei rapporti che non possono essere nient’altro che veri al 100%.
Raccontaci della tua uscita in bici più bella.
Ho avuto la fortuna negli anni di portare a termine delle uscite che mi hanno dato davvero molte soddisfazioni. Quella che ricordo con maggior emozione avvenne nel luglio del 2018 quando per la prima volta mi trovai a scalare l’Izoard: una serie di emozioni lunga tutti i chilometri di salita. E’ veramente difficile eleggere “la più bella”, credo che se me lo chiedereste tra cinque minuti ne avrei già pronta un’altra.
Raccontaci di quella volta che sulla bici ti sei trovato/a più in difficoltà.
Di cotte ne ho prese tante e son sempre contento quando mi capitano,perché è dalle difficoltà che si ottengono miglioramenti e spunti di crescita. Una che ricordo molto bene è quella sul Colle della Fauniera, quando le persone a piedi mi passavano staccandomi.
Per non farsi mancare nulla, si trattava della gara cui tenevo maggiormente quell’anno. Quindi psicologicamente è stato parecchio devastante, ma in qualche modo riuscii a terminare la gara.
Qual è l’oggetto che porti con te in ogni uscita e del quale non puoi proprio fare a meno?
Il mio multitool: con lui al mio fianco mi sento sicuro.
Completa questa frase: Se esci in bici con me sappi che …
Non farai un giro banale, dovrai star pronto a cambiare i piani in corsa e non potrai lamentarti, ma viverla con grinta.
Qual è il tuo evento ciclistico dei sogni?
La 20k Ultratrail, versione gravel. 600km su passi alpini in gravel suona semplicemente come un sogno.
Che piani hai per questa stagione? Ci sono eventi ai quali tieni più degli altri?
Ho la fortuna di aver già in programma la 20k Ultratrail quindi questo è certamente l’evento al quale tengo maggiormente.
Per il resto, ho tanta voglia di mettermi in gioco e sono aperto a gettarmi in qualunque evento/giro che mi capiti – meglio se in compagnia degli amici.
A che cosa hai detto enough in passato? A cosa pensi che non dirai mai enough?
Ho detto enough ad un amaro e ad una birra, ad una salita in più quando ero già cotto e finito. Ho detto enough a troppe cose in un periodo della mia vita in cui ero privo di stimoli.
Non voglio dire enough a ciò che la vita mi pone davanti e che mi dia quella scintilla nell’anima che mi faccia sentire vivo e me stesso.
Quando alla Jeroboam Dolomiti 2020 Fede alzò gli occhi al cielo e capì che stava per venire giù il cielo

Spiega cos’è Enough Cycling a tua nonna.
Ciao Nonna, Enough è un gruppo di amici cui piace pedalare e vivere tutto ciò che la bicicletta comporta: passione, fatica, sogni, esser gruppo di amici sinceri. La cosa che mi piace di più è l’essersi trovati un po per caso,nel momento giusto nel posto giusto: in sella ad una bicicletta,nell’età perfetta per sognare con coscienza.
Il tuo sabato sera ideale? E se fosse un weekend?
Il mio sabato sera ideale lo vedo con pochi amici a bere qualche birra raccontandosi di quel che è successo durante la giornata (il più delle volte l’uscita insieme in bici) pensando a quel che si farà la domenica. Se fosse un weekend di ciclismo,non cambierebbe molto: se non che le birre le starei bevendo ripensando alla tappa fatta il sabato e pensando a quella che mi aspetterà domani.
Hai a tua disposizione un anno sabbatico! Come lo impiegheresti?
Lo utilizzerei studiando qualcosa di nuovo e stimolante ma impiegherei il mio tempo anche viaggiando, ovviamente in bicicletta. Farei viaggi brevi, di una o due settimane al massimo, ma sempre in posti diversi.
Una frase che ti rappresenta.
Ripensati in modi che non credevi possibili.
Ma anche da bergamasco: “fa n’da i gambe mia la boca”.
Il tuo ciclista o sportivo preferito.
Qui devo andare sul classico,ricollegandosi al motivo per cui son salito in sella la prima volta: Marco Pantani. Di recenti invece Mattia De Marchi, vale?
Se non sei in bici stai…
Lavorando o pianificando i prossimi giri.
