Quando il BAM! ti chiede di fare una traccia per arrivare al BAM! alla maniera di Enough c’è solo una risposta possibile. E non contiene la parola NO.
Ma andiamo con ordine, perché la proposta di Andrea (Benesso, la mente che sotto una testa calva ha pensato al BAM!) andava oltre e includeva il fatto che la traccia dovesse uscire come itinerario su bikepacking.com.

Al BAM! ci potete andare per la strada principale. Oppure così.
Bene, partiamo dalla traccia che ne è venuta fuori e poi facciamo un passo indietro per vedere come ci siamo arrivati. Anzi, le tracce. Perché a parte quella principale nella collection di komoot trovate anche due alternative. La prima, gravel, più morbida e democratica. La seconda, strada, che passa dalla salita del Giro d’Italia di Sega di Ala, se volete sentirvi un po’ Bernal in crisi mistica da cotta pesante.
Quella principale è invece una traccia fighissima che riassumiamo così: è molto bella, è molto dura, è molto punk, è molto varia, è molto gravel, è poco gravel, è molto cimbra, è molto basso è bello, è molto amaroni, è molto valpolicelli, è molto tequila sale limone, è molto cotonata anni 80, è molto bella l’abbiamo già detto?
Seriamente: è una traccia da 140km per arrivare al Lausen – e quindi al BAM! – dopo 80 km e 3K di dislivello tra colline, vigneti, autostrade gravel e pascoli. Se volete usarla per andare al BAM! vi consigliamo di partire prestino da Verona e pedalare senza troppe perdite di tempo. Che poi dalle 5 in poi ci sarà un bel cinema – fidatevi, ci stiamo organizzando – e vale la pena essere arrivati. Almeno 700×40 le gomme, almeno 1:1 i rapporti
Ma veniamo a noi. Quando Andrea ci ha mandato in missione abbiamo tirato in ballo subito i regaz di negot.cc. Un po’ perché non si pedalava da un po’ insieme, un po’ perché conoscono la zona come le loro tasche, un po’ perché le cose belle si fanno con le persone belle. E più belli di Stefano Zotti, in giro, ce n’è pochi.

negot.cc at its finest
Le tracce si fanno su komoot ma poi quando sono da condividere perché qualcuno le pedali si vanno anche a provare. Siamo scappati di casa ma siamo gente seria. E insomma che ci trova a Verona. Verona perché scrivendo per un magazine americano volevamo lanciare una manciata di clichè attira yankee che oh-my-god-I-need-to-go-there-its-so-amazing. Niente di meglio di Romio and Juliet, di Amaroni, di Valpolicelli e via così. (Amici d’oltre mare si scherza, è tutto figo per davvero e vi vogliamo bene).
Vabbè che si parte e capiamo subito che la giornata sarà lunghissima. Neanche si passa l’Adige che la pellicola della macchina dello Zotti prende – per la prima di tante volte – la forma di un filamento di RNA. Riavvolgi, bestemmia, riparti, non funziona, rifai, riparti.
Inutile dilungarsi in una cronaca ordinata degli eventi. La mattina scorre via con la playlist tequila sale e limone di Fede che se chiudi gli occhi ti sembra di stare a Caracas. Il pranzo invece ci catapulta negli anni 80. Un po’ per l’architettura, un po’ per il mood e un po’ per il sound improbabile che accompagna i nostri gnocchi di malga. Non serve dire che lo switch è presto fatto e il pomeriggio si pedala e balla in una sala con la palla a specchi, le luci colorate.
La maledetta neve ci fa saltare i piani dell’aperitivo al Lausen e si cammina per bene tra le bestemmie per una buona oretta. Le gomme di Niccolò ci fanno saltare i piani per la cena al Lausen e si bestemmia al buio con lattice, camere d’aria, insulti ai pneumatici di nicchia confezionati in un retrobottega da qualche francese che fino al giorno prima produceva packaging molto fragili per i profumi di qualche casa di moda molto costosa.
E il Lausen arriva. E c’è Denny che sta già chiudendo baracca – giustamente, che sono le 10 ormai. Ma Denny ci accoglie come novelli figlioli prodigi. Non ammazza il vitello grasso ma ci spara in mano un pacco di pasta, una pentola di sugo e ci lascia le chiavi del frigo con le birre. Insomma che facciamo noi come fosse casa nostra ed è tutto bello così. Si dorme sui tavoli; e fu sera e fu mattina. Primo giorno.
Sveglia in tempo per dare modo a Denny di sostituire i nostri corpi con le colazioni sui tavoli della sala da pranzo. Ma soprattutto per capire quale cazzo sia il problema della gomma di Nic. Dopo ecografia, tac e raggi troviamo la scheggia e operiamo. Due giorni di prognosi – per Niccolò, s’intende, se si presenta ancora con ste gomme al prossimo giro.
Salutiamo Denny ricordandoci che basso è bello (è il suo slogan). E siccome basso è bello scendiamo verso valle. Effettivamente continua ad essere tutto bello, sosta dai produttori di formaggio e salumi inclusa. Non eravamo nemmeno a un’ora dalla colazione, però sticazzi. Panini, formaggio, yogurt e via. Non fate scegliere a Fede gli yogurt in base ai colori. Non fategli scegliere i colori in generale.
Poi colline, ancora Amaroni, Valpolicelli, castelli e robe belle e siamo di nuovo a Verona. Secondo noi, al BAM! ci potete venire così che è più bello, poi vedete un po’ voi. L’importante è che ci veniate!
Ah poi l’articolo è effettivamente uscito su bikepacking.com e lo trovate qui se volete più info logistiche e dettagli per andare a farlo.
Grazie a negot.cc per il weekend insieme e ad Andrea per l’occasione. Ci vediamo al BAM!